Quando torno, quando torno dalla mia terra, dopo una giornata di luccichii, di nostalgie commoventi, l’auto è un’alcova per l’ultimo atto d’amore in silenzio. Un fare all’amore contro ogni senso, ogni mio senso.
La mente implode di ricordi e mi piace il silenzio notte che avvolge me e Diletta dietro, distesa a dormire nel calduccio del veicolo.
Fuori l’autostrada lascia la piana vesuviana e si incunea nel calcare di Cava, nel budello tra i Monti Lattari e la costiera amalfitana.
E’ notte appena. Il freddo abbacina e fa cristalli di aria marina.
Mi fermo di colpo. Accosto nella piazzola.
Vietri e Raito spumeggiano come brillanti incastonati da un Bulgari onnipotente. Esco nel freddo mozzafiato. Scatto foto e incanto.
Mi attardo coi brividi perfino sul cuoio capelluto. Quando era capelluto.
Risalgo, riparto. Curvo ancora per un po’. Mi rifermo in piena curva, nella successiva sosta e paracarri.
Salerno la divina è spalancata come abbraccio dell’amata.
Scatto e l’estasi fa il resto. Mi riporta piano piano dall’altra parte, nella Piana del Sele, verso casa mia.
BiagioFioretti (quindicidicembreduemiladieci)
splendido e suggestivo, sembra quasi di vivere in prima persona questo viaggio, sei proprio bravo tu, i complimenti sono di normale routine tu meriti molto di più 🙂