ABBANDONO di BiagioFioretti

Stamattina seppure a lavoro, accompagno due pisciottani a Fiore. Una donna e un uomo, due personaggi umili, semplici, veraci  e perciò amati per inclinazione.

Immacolata Greco e  Luigi detto Aniello Pisani ‘u Cilindrano. Il mio affetto e il mio cordoglio agli amici e parenti: Carmine, Norma e Battistina; Filuccio, Betti e Vito.

C’è come un detto o se volete una constatazione che qui al borgo si fa sempre quando a lasciarci accade. Si usa dire che qui si muore tenendosi per mano, uno altra. A voler dire: si va via in compagnia con un compaesano.

Si dice e spesso è così. Quasi come se solo in due, si possa trovare il coraggio di allontanarsi da tanta terra e mare o tornare a loro.

Immacolata e ‘u Cilindrano sono assieme ove possono sentire Dio e a noi fa specie l’abbandono, il vuoto che lasciano per sempre.

Vuoto di affettività certo, ma altro ancora.

E’ quel senso dell’ineluttabile che mi attanaglia quando personaggi d’altri tempi lasciano questo lido. La convinzione, come sensazione a pelle, che il borgo e tutti quelli che rimangono  è impoverito per sempre.

Una nostalgia per tutto quello che ho vissuto solo di striscio, nel loro affabulare lento. Quando Pisciotta era di donne e uomini ricchi di valori e propensione, di esistenza plasmata a denti stretti e senza sconti. Dame e maestri di vita, prima di ogni altra cosa.

Vanno via gli ultimi testimoni di una vita fatta di visi in ogni vicolo e piazza, di un paese che era altro e forse migliore. Nostalgia, sentimento insensato per chi ha solo intuito, ascoltato, intravisto.

Così provo abbandono e desolazione. Provo non visto, a coccolare chi rimane e ha negli occhi e nelle mani tutto quello di cui ho struggimento.

 BiagioFioretti (novegennaioduemilaundici)

 

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